Busto semirigido alto con tiranti elastici
Busto semirigido alto con tiranti elastici

Busto semirigido alto con tiranti elastici

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Busto ortopedico alto per la stabilizzazione e lo scarico del rachide lombare, con stecche di rinforzo modellabili


  • CODICE RDM: 106040
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: PR1-1322
Consegna stimata 3 giorni lavorativi
Spese di Spedizione 8 € | Isole e Calabria 13 €
Garanzia soddisfatti o rimborsati
Pagamenti sicuri e protetti
  • INDICAZIONI:
  • * Lombalgie
  • * Lombosciatalgie e lombocruralgieù
  • * Spondiloartrosi e discopatie lombari
  • * Traumi lievi della colonna lombosacrale e contratture paravertebrali lombari
  • * Decorso postoperatorio
  • * Esiti di cedimenti vertebrali lombari
  • * Trattamento della frattura dei processi trasversi
  • * Scoliosi degenerativa lombare
  • * Spondilolisi con o senza listesi vertebrale
  • CARATTERISTICHE:
  • * Sistema di trazione a tiranti elastici e verricelli, per una pressione mirata e una perfetta stabilizzazione
  • * 4 guide posteriori per inserire stecche rigide rinforzate (opzionali) in sostituzione di quelle in dotazione
  • * Spalline con ascellari imbottiti
  • * Pelota anteriore alta 19cm; chiusura a Velcro ®
  • * Tessuto in cotone con una minima percentuale di elastan


PRECAUZIONI D’USO Si raccomanda che le pressioni esercitate dal dispositivo non agiscano su parti del corpo che presentano ferite, gonfiori o tumefazioni. È consigliabile non stringere eccessivamente il prodotto per non generare zone di pressione locale eccessiva o la compressione di nervi e/o vasi sanguigni sottostanti. È consigliabile indossare un indumento, evitando il contatto diretto con la pelle. In caso di dubbio sulle modalità di applicazione, rivolgersi ad un tecnico ortopedico. Leggere attentamente la composizione del prodotto sull’etichetta interna. È consigliabile non indossare il dispositivo in vicinanza di fiamme libere o forti campi elettromagnetici

AVVERTENZE Il prodotto, studiato per le specifiche indicazioni sotto riportate, deve essere prescritto da un medico e applicato da un tecnico ortopedico, che è la figura competente di riferimento sia per l’applicazione sia per informazioni inerenti ad un uso sicuro, in conformità alle esigenze individuali. Per garantirne l’efficacia, la tollerabilità e il corretto funzionamento è necessario che l’applicazione venga effettuata con la massima cura. Qualsiasi eventuale modifica di struttura o di regolazione del dispositivo deve essere prescritta da un medico ed eseguita da un tecnico ortopedico. Non alterare assolutamente la regolazione effettuata dal medico/tecnico ortopedico. La responsabilità del produttore decade in caso di utilizzo o adattamento inappropriato. L’ortesi è fatta per l’utilizzo da parte di un solo paziente; in caso contrario il produttore declina ogni responsabilità, in base a quanto previsto dal regolamento per i dispositivi medici. In soggetti ipersensibili il contatto diretto con la pelle potrebbe causare rossori o irritazioni. In caso di comparsa di dolori, gonfiori, tumefazioni o qualsiasi altra reazione anomala, rivolgersi immediatamente al proprio medico. L’efficacia ortopedica del prodotto è garantita solo con l’utilizzo di tutte le sue componenti.

GARANZIA Si applicano le disposizioni di legge vigenti nello Stato in cui il prodotto è stato acquistato. Ove pertinente si applicano le norme di garanzia tra il venditore e l’acquirente specifiche del Paese. In caso di presunta applicabilità della garanzia, rivolgersi per prima cosa direttamente al rivenditore presso cui è stato acquistato il prodotto. Orthoservice si impegna alla riparazione o alla sostituzione di tutti i componenti del dispositivo e dei relativi accessori in caso di difetti di lavorazione o materiali, rinvenuti entro sei mesi dalla data di acquisto.

MANUTENZIONE Non candeggiare Pulizia chimica non consentita Non stirare Non asciugare in asciugatrice Istruzioni per il lavaggio: lavare a mano ad una temperatura di max 30° C con detergente neutro. Far asciugare lontano da fonti di calore. Non disperdere nell’ambiente il dispositivo né alcuna sua componente

INDICAZIONI

• Lombalgie

• Lombosciatalgie e lombocruralgie

• Spondiloartrosi e discopatie lombari

• Traumi lievi delle colonna lombosacrale e contratture paravertebrali lombari

• Decorso postoperatorio • Esiti di cedimenti vertebrali lombari

• Trattamento della frattura dei processi trasversi

• Scoliosi degenerativa lombare • Spondilolisi con o senza listesi vertebrale

CONTROINDICAZIONI Al momento nessuna conosciuta

CARATTERISTICHE E MATERIALI 

• Sistema di trazione a tiranti elastici e verricelli, per una pressione mirata e una perfetta stabilizzazione

• 4 guide posteriori per inserire stecche rigide rinforzate (opzionali) in sostituzione di quelle in dotazione

• Spalline con ascellari imbottiti

• Chiusura anteriore a Velcro®

APPLICAZIONE

1 Aprire il busto e fissare provvisoriamente i cinturini in Velcro® sulle bande laterali Posizionare il busto in modo che l’etichetta interna sia rivolta verso l’alto.

2 Indossare busto fissandolo bene con la chiusura a Velcro® centrale. Assicurarsi che la chiusura sia ben centrata.

3 Iniziare a stringere il corsetto agganciando i cinturini bassi sulla banda velcrabile anteriore.

4 Agganciare successivamente i cinturini alti sulla banda velcrabile anteriore.


L’artrosi vertebrale predilige in genere il tratto cervicale e quello lombare e si distingue in intersomatica (spondilodiscoartrosi propriamente detta) e artrosi posteriore o apofisaria.


Che cos’è

L’osteoartrosi è una malattia cronica, a carattere evolutivo, consistente inizialmente in alterazioni della cartilagine articolare e secondariamente in modificazioni delle altre strutture che compongono l’articolazione (tessuto osseo, sinovia, capsula). E’ quindi caratterizzata da fenomeni degenerativi della cartilagine articolare precoci ed intensi, a cui si associano processi flogistici delle altre strutture anatomiche periarticolari, rendendola diversa dall’artrosi senile, tipica dei soggetti anziani ultrasessantacinquenni, che è legata esclusivamente alla senescenza della cartilagine articolare.

Le principali localizzazioni dell’artrosi sono all’anca, alla colonna vertebrale e al ginocchio. 

Per quanto riguarda la colonna, esistono tre tipi di artrosi in funzione della causa che la provoca:

  • Artrosi primaria o di tipo I: si tratta di una malattia ereditaria per la quale esiste una predisposizione familiare, non ha cause conosciute.
  • Artrosi secondaria o di tipo II: è legata ai livelli di ormoni steroidei, soprattutto ai livelli di estrogeni ed è per questo che nelle donne maggiori di 50 – 55 anni, età che coincide con la menopausa e con l’abbassamento dei livelli di questi ormoni, si riscontra una maggiore incidenza di questa malattia
  • Artrosi di tipo III: è legata all’età ed è considerata sinonimo di invecchiamento

L’artrosi vertebrale predilige in genere il tratto cervicale e quello lombare e si distingue in intersomatica (spondilodiscoartrosi propriamente detta) e artrosi posteriore o apofisaria.

Nel primo caso, si tratta di una malattia degenerativa della cartilagine dei dischi intervertebrali, che perdono elasticità perché perdono acqua, si disidratano e non assolvono alla loro funzione di ammortizzare gli urti generati dal movimento del corpo. In un soggetto adulto intorno ai 40-50 anni di età infatti c’è infatti una fisiologica riduzione del tenore idrico e una perdita delle proprietà elastiche dell’anello dei dischi vertebrali, per cui le sollecitazioni di pressione si concentrano sui bordi dei corpi vertebrali, causando schiacciamento, per la riduzione dello spazio intersomatico (tra le vertebre).

L’artrosi apofisaria o artrosi vertebrale posteriore colpisce invece le articolazioni zigoapofisarie, che sono le principali giunture della schiena. Queste sono ricoperte da cartilagine e sono avvolte dalla capsula articolare. Quando la cartilagine si consuma, le superfici ossee entrano in contatto e sfregano l'una contro l'altra, provocando dolore ed ostacolando i movimenti. Con il tempo, si possono formare escrescenze ossee (osteofiti), che aumentano la frizione tra i capi ossei ed accentuano le crisi acute di artrosi interapofisaria.

I sintomi

Tutte e due le forme possono essere asintomatiche o presentare sintomi come:

  • Dolore alla schiena o alla colonna vertebrale
  • Rigidità della colonna vertebrale
  • Perdita di flessibilità alla colonna
  • Aumento del dolore con il movimento o dopo essere rimasti per molto tempo in piedi o seduti
  • Percezione di intorpidimento o di piccole scosse che si irradiano alle estremità

Le possibili complicazioni sono:

  • le sindromi midollari (a livello cervicale);
  • le sindromi vascolari (a livello cervicale – sindrome di Neri-Barrè-Lieu);
  • le sindromi radicolari (cervicobrachialgie e lombosciatalgie): gli osetofiti, comprimono la rispettiva radice nervosa.

Le cause

Si manifesta in genere quando la cartilagine diventa meno resistente alle sollecitazioni funzionali e può dipendere sia da fattori generali, (quali l’età, l’ereditarietà, gli squilibri ormonali, le alterazioni metaboliche e il sovrappeso), che da fattori locali, (quali alterazioni articolari prodotte da affezioni di natura infiammatoria o traumatica). La comparsa più o meno precoce di questa malattia degenerativa e la sua progressione è correlata però ad un insieme di fattori che possono essere genetici, nutrizionali, traumatici e meccanici.

Anche la ripetizione di alcuni movimenti articolari può provocare, a lungo andare, un carico eccessivo sulle articolazioni in questione, così come un’attività fisica intensa e sport di contatto, mentre fratture e lesioni possono essere un fattore scatenante.

Ai pazienti a rischio si raccomanda di seguire una dieta sana ed equilibrata, praticare esercizio fisico con moderazione, evitare le attività che implichino sforzi eccessivi (sollevare oggetti pesanti) e l’obesità

Diagnosi

Dal punto di vista diagnostico, a secondo del grado evolutivo della malattia, possono essere refertate, attraverso esami di laboratorio e strumentali, alterazioni cartilaginee articolari (assottigliamento, fissurazioni, ulcerazioni), osteofiti marginali (neoformazioni ossee di varia forma – a becco, a rostro – per ossificazione della cartilagine o delle inserzioni capsulari), osteosclerosi (addensamento del tessuto osseo in corrispondenza delle zone di maggiore usura della cartilagine, laddove il carico è più accentuato) e alterazioni della capsula.

La diagnosi dell’artrosi della colonna avviene prima attraverso l’esame obiettivo che controlla la presenza di deformazioni o dolori alle articolazioni ed in seguito con la Radiografia che individua possibili deformazioni delle ossa o degli spazi interdiscali. 

Il Trattamento

Il trattamento di questa malattia può essere chirurgico o non chirurgico. L’obiettivo principale iniziale è ridare al paziente la capacità di eseguire senza dolore le proprie attività quotidiane, tramite procedimenti non invasivi e conservatori; si possono utilizzare medicinali antinfiammatori (FANS), paracetamolo e analgesici oppiacei per cercare di minimizzare il male fisico, la fisioterapia e la riabilitazione (programma di esercizi, termoterapia e crioterapia, idroterapia, massaggi, TENS). Anche in questi casi esistono le soluzioni per risolvere le problematiche connesse alle varie discopatie, ovvero i busti ortopedici elastici con tiranti per la stabilizzazione e lo scarico del rachide lombare, con pelotta termoformabile, che stabilizzano e correggono posture scorrette, offrendo sostegno sicuro e massaggiando, con innovativi tessuti, zone specifiche della schiena, potenziando così l’effetto analgesico e attivando la muscolatura. 

Se le soluzioni non chirurgiche non danno risultati dopo un certo tempo, è necessario optare per la chirurgia. Esistono diverse tecniche chirurgiche e proposte di intervento, a seconda del tipo di paziente e del grado di evoluzione della malattia:

  • Decompressione
  • Fusione postero-laterale
  • Fusione intersomatica lombare anteriore
  • Microdiscectomia
  • Sostituzione del disco

Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata o eventuali dubbi.

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Scheda tecnica 1322

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